Un primato conteso, quello tra Parigi e Londra, con una sorta di pendolarità che ora favorisce l’una, ora favorisce l’altra delle due grandi metropoli europee, che fanno da borsa valori del mercato internazionale dell’arte antica e moderna, nell’attuale accezione di arti visive che comprendono le tradizionali belle arti, ancora vive e vegete, come la pittura, la scultura, il disegno, con in più, le ormai storiche fotografie, con tutti i dettami contaminant delle avanguardie, che si chiamano, installazioni e performances, con quanto che si viene ad aggiungere, giorno dopo giorno e che richiede una neolingua, perchè la nomenclatura esistente non basta. Dicevo Parigi e Londra, con quest’ultima in posizione privilegiata, per il suo essere il punto di sbocco del segmento più alto delle opere d’arte messe sul mercato. Questo fino alla brexit era incontrastato e totale, ma poi auspice l’allargamento del mercato top, anche a magnati messicani, mediorientali, asiatici, Parigi ha riconquistato, lentamente, una sua prevalenza, che ora si manifesta chiaramente, per quanto riguarda il mercato primario, quello che va dall’artista, al gallerista, al collezionista, all’apparato museale e delle fondazioni, ma anche per quello secondario, dell’opera acquisita, che ritorna sul mercato proveniente da privati, alle aste, delle grandi case d’asta, come Christie’s, Sotheby’s, Philips, Dorotheum, che sono quelle che fanno notizia e stabiliscono le quotazioni internazionali.

I nomi soliti, di PIcasso, Warhol, Modigliani, Van Gogh, si affiancano ai nomi consacrati, come per il Salvator Mundi, di Leonardo o ai più vicini come la Natalia Goncharova o Marc Chagall e la lista potrebbe essere infinita. Comunque, in questo momento, torna a prevalere Parigi ed è questa una constatazione che sul mercato delle opere d’arte, antiche o moderne, siamo noi europei a passarci il testimone, non importa dell’uno o dell’altro; certo fa un po d’impressione che noi italiani stiamo alla finestra e non riusciamo a concorre, pur avendo vetrine come Roma, Milano, Venezia, che hanno una internazionalità inconfondibile, che evidentemente non basta. Si potrebbero seguire le orme di Basilea o di Madrid, ma per ora non lo facciamo; prendiamone atto, senza gioia.

KLESSIDRA | A CURA DI FRANCESCO GALLO MAZZEO