Superior stabat lupus, inferior agnus longeque. Tunc fauce improba incitatus latro iurgii causam intulit: “cur, turbolentam fecisti mihi aquam bibenti?”
Laniger contra timens: “qui possum facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor”.
Repulsus ille veritatis viribus: “Ante hos sex menses, male dixisti mihi”.
Respondit agus: “Equidem natus non eram! “
“Pater, hercle, tuus, male dixit mihi!”
Atque ita corruptum lacerat iniusta nece. Haec propter illos scripta est omines fabula qui fictis causis innocentes opprimunt.
Questa è una famosa favola di Fedro, che tutti conoscono e io l’ho trascritta in latino, per trasmettere un senso arcano della prepotenza, infatti dice, “hercle”, per Ercole, per indicare la situazione arbitraria di chi, forte dei propri mezzi ma privo di una giustificazione, accampa qualunque scusa per agire.
La prepotenza viene da lontano ed è arrivata fino a noi; oggi tocca agli ucraini, domani può toccare a chiunque e allora la voce della cultura, della libertà si deve levare alta e forte, più di quella del prepotente e vincere con la potenza della sua moralità, che non la fa piegare alle voglie del tiranno. Io mi sito sulla scia di Daniel, Sinjavskij, Solgenitzin, Sacarov, nella memoria di Mayakovsky, Esenin, tutti russi della libertà (quella dei forti), accanto a Vettel super corridore, a Marina Abramovic, divina artista, a ex Miss Universo, (che ha tolto tacchi a spillo, indossando stivaloni), a Ekaterina Gamova, pallavolista russa, che si ribella alla guerra, a Milena Gabanelli, che propone di abbassare i riscaldamenti e spegnere le luci un po’ prima, a Elena Kovalskaya, dimessasi dal Garage Museum di Mosca.
KLESSIDRA | A CURA DI FRANCESCO GALLO MAZZEO