Uno, raddoppia, diventa due, sperando che il due diventi quattro e il quattro … otto, in una bella sequenza, che parta da Milano dove tutto questo adesso si svolge, per spargersi in tutto il paese che è pieno di talenti , tanti che pochi altri al mondo possono eguagliare.
Anche se qualcuno chiama gli italiani, spreconi, mentre siamo grandi tesaurizzatori, altri ancora (e sono gli amici nord europei) cicale e noi non lo siamo affatto, siamo formiche lavoratrici, che sanno pensare e fare, inventare e realizzare, anche se impegnati nel saper fare, spesso trascuriamo il far sapere, cosa in cui eccellono i nostri cugini francesi, che ormai da quasi un secolo, sono a corto di creativi e fanno diventare Farina, Farinà, Cardin , Carden, Gallo in Gallò e poco ci manca che inventino Leonardò e Colombò. Non me ne vogliano i cugini francesi, è solo uno scherzo e basta. Certo è che dobbiamo diventare più sistema, più sistemati, più organismo e più organizzati.

Adi Design – Compasso d’oro , che si affianca al Museo del Design che si trova in Triennale, è un esempio di anabasi, di risalita che dobbiamo compiere in fretta, prima che la memoria si faccia labile e Cristoforo Colombo possa diventare Cristobal Colon. La memoria è la condizione del presente e del futuro, senza di essa, tangibile, consultabile, usata come classicità, la cui eccellenza deve fare da faro, si rischia la svagatezza, la smemoratezza, la fine, dio non voglia. Ecco, allora che ispirarsi al Compasso d’Oro, il più antico premio internazionale di design, che dal 1954 ad oggi costituisce il “Nobel”, l”Oscar” dello stile italiano e italianizzante, con grandi spazi espositivi e migliaia di preziosi oggetti che dalla fantasia sono passati alla vita quotidiana, costituisce un tesoro di una inestimabilità infinita, che è nostra, che è del mondo e risponde ai nomi di Mario Bellini, Marco Zanuso, Vico Magistretti, Roberto Sambonet, Ettore Sottsass, Enzo Mari e non mi fermo con Zagato e Giugiaro. Continua….

KLESSIDRA | A CURA DI FRANCESCO GALLO MAZZEO